05 ottobre 2007


8-9-10 OTTOBRE UNA DATA IMPORTANTE

Nei giorni qui sopra elencati cgil , cisl e uil invitano alla consultazione tutti gli italiani per il referendum sull'accordo del 23 luglio . Dopo anni di sottrazioni, finalmente si COMINCIA a restituire alle fasce più deboli un qualcosa.Ma per far si che diventi realtà bisogna votare SI .
- al superamento dello scalone previsto dalla legge Maroni
- al riconoscimento dei lavori più faticosi e usuranti
-alla possibilità di definire un metodo di calcolo delle pensioni che garantisca pensioni dignitose per i nostri figli
-alla possibilità di riscattare la laurea a costi più bassi
-alla totalizzazione dei contributi versati in fondi diversi
-al rafforzamento delle norme di controllo sulla regolarità degli appalti pubblici
-alla cancellazione del lavoro a chiamata
-all'incentivazione della contrattazione integrativa ed alla piena pensionabilità dei premi di risultato.

votare NO significa rinunciare all'introduzione di nuove norme a favore dei giovani e significa mantenere le leggi in vigore.

PER QUESTO L'ALLEGRA BRIGATA TI INVITA A VOTARE SI....
Partecipa alle assemblee , informati sui contenuti di un accordo che migliora le condizioni di giovani,pensionati,lavoratrici e lavoratori.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE !

4 commenti:

bomber76 ha detto...

ANDATE a votare al referendum, ma andate anche a votare alle PRIMARIE...mi RACCOMANDO il 14 ottobre..

Anonimo ha detto...

ragassssi... oh ragassssi... eh dai! riassumo in una frase... cambiano gli ombrelli, ma i culi son sempre quelli... Sono sempre gli stessi con un'altra faccia! MANDIAMOLI A CASA!!!

Anonimo ha detto...

NON È UN REFERENDUM, È UNA PRESA PER IL CULO
BOICOTTIAMOLO
Nei primi giorni di ottobre i lavoratori saranno chiamati a pronunciarsi sul Protocollo di Luglio,
quello che sostituisce lo scalone previsto dalla riforma Maroni con alcuni scalini che, nel giro di due
o tre anni, portano allo stesso risultato, per alcuni versi peggiorandolo.
Di fatto, con il beneplacito di CGIL CISL E UIL, scompare definitivamente il diritto ad andare in
pensione dopo 35 anni di lavoro se non dopo aver superato i 60 di età.
Per la maggior parte dei lavoratori che si avvicinano alla pensione nei prossimi 10, 15 anni ciò
significa un furto di 5 anni di vita, mentre per i più giovani si prevede che la precarietà del lavoro,
integralmente mantenuta da questo sciagurato accordo, renderà quasi impossibile il traguardo anche
dei soli 35 anni, condannandoli a lavorare anche oltre i 60 per poi ottenere una pensione da fame.
Per non parlare poi della riforma che consentirà al governo, ogni tre anni, senza neppure doverlo
concordare, di rivedere al ribasso i coefficienti che determinano l’ammontare della pensione stessa.
Tutto questo mentre i soldi per i padroni, per le guerre, per gli stipendi e le pensioni privilegiate alle
caste dei politici o dei burocrati dello stato, o per le Grandi Opere che sempre più assomigliano a
cattedrali nel deserto, tanto per fare alcuni esempi, non mancano mai.
In numerose fabbriche, categorie, province e regioni migliaia di lavoratori e delegati, e finanche la
FIOM nazionale, si sono già pronunciate nel merito di quest’accordo bocciandolo senza esitazione,
ma sembra che tali voci di dissenso non abbiano scalfito minimamente la decisione dei vertici
nazionali di CGIL CISL E UIL di proseguire sulla strada intrapresa.
Da ciò ne deriverebbe la conclusione logica di precipitarsi in massa a votare contro quest’accordo
se ci fosse una pur minima garanzia di correttezza formale dello svolgimento dello stesso.
In realtà gli unici che potranno controllare la correttezza del referendum sono gli stessi che
dovrebbero essere controllati, i quali le regole se le sono decise ed organizzate senza consentire a
coloro che danno dell’accordo una valutazione negativa di far parte della macchina referendaria.
Si voterà non si sa dove, con quali metodi non è dato di saperlo, il quorum non è previsto e l’unica
decisione importante conosciuta è che voteranno i pensionati, che in pensione già ci sono, ma non i
giovani precari, che sono quelli che hanno più da rimetterci.
E PENSARE CHE MANDIAMO I NOSTRI OSSERVATORI INTERNAZIONALI ALLE
ELEZIONI DEGLI ALTRI PAESI , PRETENDENDO DI ESPORTARE LA DEMOCRAZIA
Per questo la CUB si schiera contro quest’intesa e contro la farsa di un referendum per un accordo
in realtà già siglato, invitando i lavoratori a boicottarlo e a non ritenere chiusa la partita con l’esito
referendario, preannunciando uno
sciopero generale indetto da tutto il sindacalismo di base per il 9 novembre
che riporterà la questione delle pensioni sul terreno che ai lavoratori è più confacente, quello della
lotta.

Anonimo ha detto...

sicuramente ciò che dice il referendum è migliorabile....ma è un inizio di un processo che non può non far contenta ogni categoria ....forse è troppo poco ,ma è un inizio e queste persone si sono impegnate con il governo ad avvantaggiare le classi
più bisognose... non dimentichiamo i lavori usuranti ...per me fondamentali anche perchè queste categorie iniziano solitamente a lavorare molti anni prima in situazioni dannose per se stessi.
NON SONO PIENAMENTE SODDISFATTO ,ma
la politica il più delle volte ottiene i suoi risultati dal confronto e dagli accordi a volte compromessi.